Conoscere gli stili di apprendimento e gli stili cognitivi per una formazione di qualità

Conoscere gli stili di apprendimento e gli stili cognitivi per una formazione di qualità

stili di apprendimento: libro aperto su un tavolo

Gli esperimenti portati avanti da psicologi e studiosi dell’apprendimento evidenziano come ogni persona tenda ad acquisire e gestire le informazioni che provengono dal mondo esterno in modo diverso. Da chi predilige dati e informazioni concrete a chi preferisce teorie e modelli astratti, da coloro che memorizzano con più facilità le informazioni presentate sotto forma di grafico a coloro che recepiscono maggiormente le spiegazioni orali, senza dimenticare chi preferisce studiare in autonomia e chi invece giova dell’interazione con gli altri. Ognuna di queste “preferenze” rientra in quelli che definiamo stili di apprendimento e stili cognitivi.

Ogni buon tutor dovrebbe conoscere questi diversi stili per poter plasmare la propria modalità d’insegnamento e valorizzare le inclinazioni dei singoli discenti attraverso lezioni cioè che tengano conto di come la maggior parte di loro predilige imparare. Perché chi l’ha detto che le lezioni quasi esclusivamente verbali a cui siamo abituati siano davvero le più efficaci?

Cosa sono gli stili di apprendimento?

Gli stili di apprendimento sono gli approcci all’apprendimento che gli individui mettono in atto spontaneamente e tipicamente, il loro modo cioè di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni dal mondo esterno.

Ogni persona posta in contesti in cui deve acquisire nuove informazioni tende infatti ad adottare inconsciamente una propria tecnica preferita che coincide, di fatto, con la tecnica di funzionamento prevalente del suo cervello. Di modalità di apprendimento ne esistono molte e, in realtà, concludere dicendo che ogni persona adotta un solo stile, ed uno soltanto, non sarebbe veritiero. Per quanto lo stile tenda ad essere stabile, le diverse situazioni possono spingere gli individui a passare da uno stile d’apprendimento all’altro per massimizzare la raccolta di informazioni.

Rimane tuttavia vero che ad ogni persona si associa un particolare comportamento cognitivo, affettivo e fisiologico e particolari modalità sensoriali che, nel complesso, rappresentano il modo in cui quella persona percepisce l’ambiente d’apprendimento e vi interagisce per acquisire nuove informazioni.

cosa sono gli stili di apprendimento: persona che prende appunti durante una lezione online

Stile di apprendimento per canale sensoriale privilegiato

Come anticipato, di stili di apprendimento ce ne sono molti e molti sono anche i modi in cui è possibile differenziarli. Uno tra i più comuni è quello che si basa sulla preferenza dell’individuo per uno specifico canale sensoriale come mezzo di percezione ed elaborazione degli stimoli e, quindi, d’apprendimento.

Tenendo conto della classificazione sensoriale è possibile individuare 4 stili di apprendimento principali:

  1. Il canale visivo/verbale: passa di preferenza per la lettura e scrittura ed è tipico della persona che, al momento di acquisire nuove informazioni, tende a preferire un testo scritto da leggere, a prendere appunti e scrivere riassunti. È lo stile tradizionalmente usato nel contesto scolastico che vive della presenza del libro di testo. Per le persone che prediligono il canale visivo/verbale, le parole scritte assumono grande potere nella memorizzazione.
  2. Il canale visivo/non verbale (o visivo/iconografico): passa di preferenza per le immagini, le fotografie, gli schemi, i simboli, le mappe concettuali, i grafici etc. Le persone che prediligono questo canale hanno uno stile di apprendimento basato sulla memoria visiva (visual learning) e memorizzano con semplicità le informazioni proposte sotto forma di immagine o video. Tipicamente, tendono a realizzare schemi e mappe e ad evidenziare i concetti principali attraverso simboli o altre soluzioni visive.
  3. Il canale uditivo: passa di preferenza per l’ascolto e identifica quelle persone che amano assistere alle lezioni e prendere parte alle discussioni, anche attraverso il lavoro in coppia o di gruppo. Proprio per via della predilezione per il canale uditivo, le persone a cui si accosta questo stile d’apprendimento sono quelle che amano ripetere e leggere ad alta voce per meglio memorizzare i concetti.
  4. Il canale cinestetico: passa di preferenza per le attività pratiche. L’esperienza diretta rappresenta in questo caso il mezzo migliore per elaborare e memorizzare gli stimoli esterni e non è un caso che le persone che prediligono questo canale tendano inconsciamente a gesticolare molto durante le conversazioni. Per loro, è importante poter partecipare a lezioni che non costringono troppo a lungo all’immobilità ed essere coinvolti nel maggior numero di attività possibili.

Gli stili cognitivi di apprendimento secondo Felder e Silverman

Quando si parla di stili cognitivi ci si riferisce alla modalità prevalentemente adottata dall’individuo per elaborazione l’informazione.

Secondo il modello elaborato da Richard Felder, professore alla North Carolina State University, e Linda Silverman, dell’Institute for the Study of Advanced Development, è possibile suddividere gli studenti secondo 5 coppie dicotomiche: sensoriale/intuitivo, visuale/verbale, induttivo/deduttivo, attivo/riflessivo e sequenziale/globale.

Ma andiamo nel dettaglio:

  • Stile di apprendimento sensoriale/intuitivo: gli “studenti sensoriali” tendono a concretezza e metodicità (con dati, sperimentazione e procedure standardizzate da applicare ai problemi), sono portati all’analisi dei dettagli e sono molto precisi, pur avendo bisogno però di molto tempo. Gli “studenti intuitivi”, al contrario, procedono nell’apprendimento in modo più creativo e innovativo, amano le novità e la varietà con il risultato di essere molto veloci nell’apprendimento, sebbene a volte imprecisi.
  • Stile di apprendimento visivo/verbale: è proprio qui, per Felder e Silverman, che più si evidenzia l’incongruenza tra lo stile di apprendimento più diffuso (gli studi dimostrano infatti una preponderanza di apprendimento visivo) e gli stili di insegnamento tradizionali nel contesto accademico (che si basano invece sul modello auditivo/verbale).
  • Stile di apprendimento induttivo/deduttivo: lo “studente induttivo” è portato a procedere dal particolare al generale, creando principi e teorie a partire da dati ed esperimenti. Al contrario, lo “studente deduttivo” preferisce partire da principi generali per passare in seguito all’analisi del particolare.
  • Stile di apprendimento attivo/riflessivo: gli “studenti attivi” prediligono apprendere in contesti in cui è ammessa la possibilità di agire e sperimentare, ad esempio con lavori di gruppo. Gli “studenti riflessivi” preferiscono invece lavorare in autonomia per poter analizzare con attenzione ogni nuova informazione. Interessante notare, a questo punto, che per entrambe queste tipologie di studenti la lezione frontale tradizionale è un ostacolo all’apprendimento: al primo perché impedisce l’azione, al secondo perché impedisce il tempo necessario a pensare.
  • Stile di apprendimento sequenziale/globale: lo “studente sequenziale” ha l’abitudine di apprendere passo passo, secondo ragionamenti lineari che procedono dal semplice al complesso. Lo “studente globale”, al contrario, preferisce poter vedere il quadro generale e ricostruirlo poi nei particolari anche senza procedere in modo lineare ma saltando liberamente da cose semplici a complesse.

stili cognitivi: persona che lavora al pc e prende appunti

Dagli stili di apprendimento agli stili di insegnamento

Un buon professionista della formazione deve conoscere e saper riconoscere i diversi stili di apprendimento e variare il più possibile il proprio stile d’insegnamento per rispondere al meglio alle esigenze dei discenti. Solo in questo modo potrà infatti dar vita ad una didattica efficace e di qualità capace di aiutare le persone a raggiungere al meglio gli obiettivi educativi e didattici.

Va tenuto presente, inoltre, che chi insegna tende, per natura, a proporre la modalità didattica a sé più congeniale, ovvero quella che risponde al proprio stile di apprendimento. Situazione, questa, che finirebbe certamente per penalizzare i discenti. Infatti, quale efficacia potrebbe avere un insegnamento orale rivolto ad un gruppo di persone a maggioranza inquadrabile nell’apprendimento visivo?

Ma ecco alcune strategie d’apprendimento da sfruttare al meglio:

  • Per lo stile visivo/verbale: è necessario incentivare l’attività del prendere appunti già tipica di chi rientra in questa modalità d’apprendimento. Va impiegata al massimo la parola scritta, sia accompagnando grafici e diagrammi con didascalie, sia fornendo elenchi puntati con cui sottolineare gli aspetti salienti. Per semplificare lo svolgimento delle attività è utile fornire istruzioni precise e spiegazioni scritte.
  • Per lo stile visivo/non verbale: è buona prassi fare largo uso di immagini, grafici e mappe mentali utilizzando simboli o evidenziazioni colorate per dare maggior risalto ai concetti chiave e per organizzare gerarchicamente i contenuti. Data l’importanza dell’aspetto visivo, può essere utile favorire la creazione di immagini mentali per aiutare gli studenti a meglio memorizzare ciò che viene detto.
  • Per lo stile uditivo: è utile spiegare oralmente i concetti e incentivare la ripetizione dei concetti più importanti. Favorendo poi lo scambio e la comunicazione durante le lezioni, così come il lavoro di gruppo, si aumentano le occasioni di dialogo utile ad approfondire gli argomenti ed offrire nuovi stimoli a chi predilige questo stile.
  • Per lo stile cinestetico: è importante offrire una netta separazione tra il momento di studio e quello di svago oltre che pianificare un buon numero di prove e attività laboratoriali per unire teoria e pratica.

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